La Rocca
La Rocca dei Vico o Castello Orsini a Trevignano Romano è senza dubbio uno dei più romantici “manieri perduti” del Lazio. Le poche rovine del fortilizio, che dominano il borgo lacustre, si innalzano a mozziconi all’apice di un’irta collina basaltica. Questa appare dalla forma vagamente somigliante a quella piramidale di Tolfa. Del resto qui, nel versante “viterbese” del Lago di Bracciano, non si è lontani dalle alture tolfetane, verso le quali i Colli Sabatini si protendono con lunghe propaggini boscose.
Queste sono dominate dalla mole del Monte Rocca Romana, mentre intorno all’abitato gli alberi si spingono sin quasi alle rive del lago, creando un felice contrasto fra il verde della vegetazione (di un caldo color marrone in inverno) e l’azzurro splendente delle acque specchiate nel cielo.
Se le origini di un primitivo insediamento umano a Trevignano Romano si perdono nella notte dei tempi (è noto, comunque, che fu città etrusca e romana, forse l’antica Trebonianum), l’ipotesi di una prima rocca a Trevignano è collocabile nell’Alto Medioevo, all’epoca delle invasioni barbariche. Fra il XII e il XIII venne edificata una vera e propria cittadella fortificata: il Castra Trivingiani. Questa fu di grande peso strategico e militare nell’ambito della difesa di Roma e della sede papale.
Tenuta all’inizio da signorotti locali, alla metà del Duecento il castrum veniva acquistato dalla famiglia dei Prefetti di Vico. Da allora ha esercitato una notevole influenza su tutta l’area del Lago Sabatino e dei Monti della Tolfa,. Questo, nonostante le reticenze di papa Innocenzo III, preoccupato per il crescente potere di quel casato. Divenuta poi feudo degli Orsini, la Rocca dei Colonna verso la fine del Trecento ritornava in modo torbido e violento ai Vico, che approfittarono del caos della cattività avignonese.